… contribuisce al radicale cambiamento il rilevante sviluppo tecnologico e scientifico e delle conoscenze.
Oggi ci troviamo ad affrontare la definitiva crisi della democrazia nella forma rappresentativa anche e soprattutto in seguito alla profonda crisi dei partiti e delle diverse formazioni politiche che la sostengono.
Nell’affrontare le modalità dell’espressione della volontà popolare si afferma tramite la forma del sistema partecipativo che i suoi detrattori chiamano “populismo” ma che secondo noi si tratta dell’inizio di una nuova era dell’espressione del potere popolare che potremo chiamare “Laocrazia”.
Nei nostri giorni l’imposizione delle nuove tecnologie, in particolare nel settore della comunicazione, della rete universale e della presenza diffusa dei social media ha creato uno stato di identità digitale che ha contribuito ad una nuova forma di società nella quale domina una nuova struttura di collettività, che coincide con la “cittadinanza digitale”.
In quasi tutto il mondo gli attuali sistemi politici attraversano una profonda crisi di consenso, di funzionamento e di gestione delle istituzioni dovuta principalmente al declino del sistema dei partiti e degli uomini che gli gestiscono. Dunque ad essere responsabili del deterioramento democratico sono i politici e non la politica in quanto strumento insostituibile. Da qui la necessità di raccogliere diversamente il consenso con un adeguato strumento come la “Lista Civica”, in seguito descritta.
Lista civica è il nome dato comunemente a una lista di candidati alla carica di sindaco, consigliere o anche di deputato che si presenta alla prova elettorale senza essere, almeno ufficialmente, espressione diretta di un partito politico nazionale.
Dalle liste civiche sono spesso nati movimenti politici locali, talvolta riuniti in occasionali o stabili federazioni nazionali. È comunque da precisare che la divisione lista civica/partito politico è una categorizzazione solo sociale dato che la costituzione Italiana non fa distinzione.
L’articolo 49 della Costituzione, per l’esattezza, enuncia semplicemente la possibilità di ogni cittadino di «associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».
Il Dizionario di Italiano Garzanti offre la seguente (scarna, ma essenziale) definizione: “lista elettorale presentata alle elezioni, autonoma rispetto ai partiti tradizionali, con un programma che mira ad affrontare e risolvere problemi locali” e secondo noi anche di interesse nazionale.
Una lista civica è di fatto un nuovo partito politico che, a differenza di quelli tradizionali, assume più una caratteristica di movimento d’opinione temporaneo e a dimensione della diretta rappresentanza della società civile.
Caratteristiche comuni alla maggior parte delle liste civiche sono:
un nome, spesso piuttosto generico, che contiene un richiamo diretto alla realtà politica: ad esempio Lista per XXX, è il nome in cui la lista si presenta o è il candidato.
- l’assenza di un collegamento esplicito a un partito o a uno schieramento politico di riferimento (in molti casi però la lista civica ha una posizione politica ben precisa ed esplicita, generalmente dettata da politici con grande potenza mediatica).
- la presenza in lista di candidati facenti parte della cosiddetta società civile, ovvero personaggi noti e stimati nell’ambito locale (imprenditori, professionisti, sportivi…), ma che non si sono in precedenza impegnati nell’attività politica (l’uso di “nomi di richiamo” di questo tipo è frequente comunque anche nelle liste dei partiti per le elezioni nazionali).
Negli ultimi anni il fenomeno delle liste civiche si è molto diffuso soprattutto nei piccoli paesi, a causa anche della legge elettorale a turno unico vigente nei comuni con meno di 15.000 abitanti, che obbliga i partiti a riunirsi in coalizioni e presentare insieme un’unica lista per avere maggiori possibilità di vittoria (in questi comuni molto spesso si presentano solo due liste.)
Se poi si analizzano i percorsi fondativi, i principi ispiratori e le metodologie adottate da quelle liste civiche, di recente costituzione che si richiamano alla pratica politica della democrazia partecipativa come alternativa alla rappresentativa si trovano molte aggregazioni innovative nel panorama della politica dei partiti intesi nel senso classico.
Il fenomeno delle “liste civiche in democrazia partecipativa”, così come si sta sviluppando in varie parti del nostro Paese e con varie modalità, è sicuramente recente ma non per questo ampio, variegato, credibile e praticabile.
A dimostrazione della tendenza in corso si possono citare le tante amministrazioni locali che da alcuni anni attivano percorsi di partecipazione diretta dei cittadini su vari aspetti delle problematiche comunitarie, da quelle sul bilancio a quelle sugli strumenti urbanistici, fino alle modifiche significative in questo senso degli statuti comunali. Una lista civica così come è stata fino ad ora delineata, si configura non propriamente come un partito tradizionale, ma piuttosto come un’organizzazione politica di tipo nuovo, libera e aperta a tutti, a dimensione sia locale (il territorio come identità primaria) sia “sovra-comunale” (in rete con altre organizzazioni simili), con una logistica interna di tipo orizzontale e non verticistica, con metodologie di progettazione politica fondate sulla partecipazione (informazione, formazione, azione) quindi sul confronto, sul dibattito e sulla condivisione di obiettivi comuni (improntati sulla valorizzazione dei beni pubblici) e di scopi operativi e tangibili da perseguire, con candidati che siano dei delegati al servizio dei cittadini e non rappresentanti dei partiti, un’organizzazione politica quindi indipendente dai partiti tradizionali e a questi alternativa. In questo contesto una futura partecipazione in coalizioni di governo presuppone l’esclusione la partecipazione dei partiti in quanto tali.
La Direzione
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