abbiamo il dovere di dire la verità sull’invasione di stranieri tentando di proteggere l’occidente da questi sventurati illegali. Certamente noi politiche immorali contro gli interessi dei nostri popoli noi non ci permettiamo di fare.
D’altronde non possiamo mancare di affermare, leggendo la storia, che promettere tutto a tutti è un inganno perché utopia. Promettere agli Africani tutti che venendo in Europa saranno sfamati e lasciargli nella fame è da irresponsabili, cinici ed è pericoloso se pensiamo il disastro che hanno provocato il comunismo, gli anarchici e i cosiddetti movimenti di liberazione che, allora, professavano politiche che avrebbero reso tutti ricchi.
Senza voler entrare nel merito della pratica di esercizio di culto altrui ci accogliamo il diritto della libertà di critica e di rifiuto di imporci pratiche religiose abitudini che violano la nostra libertà di manifestare, anche simbolicamente la nostra fede senza perciò generare conflitti aggressivi che potrebbero mettere in pericolo la pacifica convivenza delle nostre società o la loro integrità.
Ad esempio noi non vorremo impedire agli scolari di altre religioni di esercitare i loro simboli (simboli buddisti, burqa) come noi non vorremo imporci il divieto di mostrare i nostri simboli (Crocefisso ed altri) senza generare clamore. A proposito ricordiamo, ad ogni pretendente, che loro sono nostri ospiti, che presto o tardi faranno ritorno al luogo di provenienza.
Ci teniamo a chiarire che la Laocrazia, presto o tardi, interesserà ogni popolo e ogni continente. A tutti loro ed a chi subisce una dittatura è quello di aderire alla nostra Associazione. Insieme facciamo rinascere le primavere Arabe laocratiche.
Per non sembrare che con le nostre affermazioni dichiariamo delle crociate ideologiche, contro qualcuno, iniziamo le nostre critiche dagli ospiti orientali. È da arginare alcune pratiche orientali (es Cina) di consumare alcuni tipi di cibi, durante feste religiose, che ci sono costati la catastrofe Coronavirus. Per non parlare della violenza sulle donne. Da ovunque provengono, sfruttamento della prostituzione, la pratica dell’infibulazione, i matrimoni combinati, l’opera delle bande e lo sfruttamento del lavoro femminile. È da contrastare la presenza di sete e pratiche di sottomissione, misticismo e raduni in logge segrete.
A favore di quanto appena affermato depone il fatto che nessuno dei sedicenti musulmani moderati, pur condannando la strage di Charlie Hebdo, ha difeso il diritto della libertà d’espressione o per esempio twittato #jesuischarlie. Perché nessun musulmano potrebbe contraddire sia il divieto assoluto di rappresentare Maometto sia il reato di blasfemia che, secondo la sharia, sono entrambi sanzionabili con la condanna a morte. L’aniconismo, il culto privo di immagini, si rifà ad un detto attribuito a Maometto secondo cui “un individuo che ritrae la figura di Dio gli verrà chiesto di infondergli la vita” e costui “verrà torturato fino al Giorno del giudizio”. Secondo Maometto essendo solo Allah il Creatore della vita, l’individuo che ritrae la figura di Dio come un essere vivente, tenterebbe di sfidare e di competere con Allah. Questo divieto viene suffragato da cinque versetti coranici (Sura LIX, L’esodo, 24; Sura III, La famiglia di Iman, 6; Sura VII, Il Limbo, 11; Sura XL, Il Perdonatore, 64; Sura V, La tavola imbandita, 90). Ebbene se è solo l’islam integralista a prescrivere il rifiuto di tutte le immagini di Dio come essere vivente perché potrebbero essere idolatrate (ed è ciò che ha portato i terroristi islamici ad abbattere i Buddha in Afa).
Ancora, se tutto ciò non bastasse, il nostro denaro finisce agli immigrati clandestini che ci invadono senza sosta gettando sempre più Italiani nella povertà e nella miseria.
Noi non vorremo imporre regole in altre religioni ma pretendiamo rispetto per la vita umana legalità sul nostro territorio e reciprocità tra le religioni.
Mentre tutti i grandi Paesi investono in Africa, gli unici assenti siamo noi, a parole disegnando progetti di sostegno ai paesi poveri, nei fatti impegnati a portare gli Africani in Italia finendo per aumentare il numero dei disoccupati. È oggi chiaro a tutti che lo sperpero di denaro favorito dalla politica ha costretto soprattutto le amministrazioni territoriali, per sostenere l’immigrazione clandestina a presentare bilanci non adeguati a rispondere alla necessità dei cittadini che deprimono lo sviluppo e contiene misure basate sui prestiti, i tagli, l’indebitamento e l’aumento delle TASSE.
Il governo centrale lucra sulle nostre spalle annunciando tagli sui trasferimenti che superano i milioni di euro.
In questo momento nelle nostre città, a causa della criminalità, vige il Far West: nessun cittadino si sente più sicuro a casa propria né di giorno né di notte. Ormai ogni notte nel nostro territorio si consuma più di un furto e a ciò si aggiunge la minaccia del terrorismo Islamico. Di fronte a tale emergenza i bilanci comunali non prevedono nulla, poiché non sono disponibili risorse da investire nella sicurezza dei cittadini. Nonostante ciò noi ci battiamo affinché alcune risorse vengano destinate alla sicurezza delle città e dei cittadini proponendo azioni concrete per la limitazione del flusso dei clandestini. Vengono sbandierati fantomatici “piani Matei” contenenti miserie e le poche risorse a disposizione vanno regalate alle tirannie ed ai dittatori sparsi nel mondo, anziché utilizzarli a favore delle popolazioni.
Ma se questi sono alcuni problemi da affrontare nell’immediato, e altrettanto importante da non sottovalutare, la questione del futuro dell’Europa e del destino di islamizzazione dell’occidente che non è meno importante se consideriamo che sia l’Islam politico che religioso sono fortemente impegnati in questo senso, non sempre pacificamente.
Se ora su questo siamo d’accordo a difendere la nostra civiltà il primo impegno deve essere porsi sullo stesso livello rivendicando la nostra provenienza Cristiana anche attraverso il riconoscimento delle radici Cristiane dell’Europa ponendosi alla pari con la religione Islamica. Questo ci permetterà di pretendere RECIPROCITÀ senza la quale non si può evitare la sottomissione. Per reciprocità intendiamo che per ogni richiesta dell’Islam evasa presso di noi deve essere evasa una nostra da parte dei paesi islamici di provenienza dei richiedenti.
Un’altra questione, legata all’immigrazione, è il basso tasso di natalità nelle nostre società. Si presume che con l’attuale squilibrio a favore delle nascite nelle famiglie di immigrati residenti nel nostro territorio farà sì che tra 50 anni gli immigrati Islamici saranno in maggioranza in Europa cosa che ci deve preoccupare per assumere adeguate iniziative, pena l’islamizzazione del Europa.
In questo contesto assume grande rilevanza l’integrazione temporanea se consideriamo che perfino seconde e terze generazioni, a causa si un’educazione integralista risultano impenetrabili dalla nostra civiltà.
In ultimo pensiamo che un dialogo inter religioso tra Islam e Cristianesimo potrà avvenire solo se i primi rinnegano le parti del Corano che inneggiano all’omicidio e la violenza. Non è da sottovalutare il comportamento maschilista e paternalistico verso la donna. È inaccettabile, nelle nostre società, accettare un doppio pessimismo tra donne islamiche e donne occidentali residenti nel territorio. Deve essere chiaro, ad ogni immigrato, che chiunque intende di vivere da noi dovrà adeguarsi ai nostri principi senza deroghe.
Abbiamo ricordato del sistema dell’INTEGRAZIONE TEMPORANEA della quale parleremo dettagliatamente in altra sede. Vorremo solo accennare qui che consisterebbe in un modo che fissa una residenza a scadenza, rinnovabile ogni 10 anni fissando degli obbiettivi di formazione e risparmio di risorse da accantonare potenziate da un incentivo di rimpatrio.
Cosi si mette in condizione gli immigrati di diventare forza di sviluppo dei loro paesi come hanno fatto nel passato i nostri immigrati. Diventerà in questo modo realtà lo scopo finale “aiutiamoli a casa loro”.
Così i rimpatriati oltre che aiutare lo sviluppo del loro paesi, soprattutto, potranno accudire i loro cari piuttosto di abbandonarli per immigrare.
Aiuteremo così, davvero a casa loro, gli emigrati che vorranno contribuire allo sviluppo del loro paese evitando di regalare denari a politici corrotti, ad autarchie e regimi dittatoriali.
A chi ci accuserà di mancanza di solidarietà rispondiamo che:
“Per noi un padre che accudisce i figli altrui lasciando i suoi nella miseria come minimo è un cattivo padre”.
L’intervistatore Giovanni Accardo